Spesso ci sentiamo dire “che fortuna hanno i bambini e i ragazzi oggi, io non ho mai partecipato ad un campo estivo”; in effetti i Summer Camp, i viaggi studio e i campi scuola negli anni ’70 e ’80 non c’erano oppure erano pochissimi e molto costosi.
Quando le mamme chiedono un consiglio sui summer camp, non abbiamo dubbi. Dopo tanti anni di organizzazione di campus estivi, abbiamo visto bambini bloccati e timidissimi che, come d’incanto, sono letteralmente sbocciati: bambini che avevano avuto esperienze negative rispetto ad altri camp che avrebbero voluto iscriversi anche alla settimana successiva.
Ogni bambino è diverso dall’altro ed è importante che venga valorizzato per le sue caratteristiche. Se ha qualche nozione in più perché ha già seguito qualche corso, potrebbe diventare il cosiddetto “assistente” di supporto all’insegnante, in questo modo verrà stimolato ad essere effettivamente di aiuto. Nel summer camp, di lingua inglese, si predilige l’aspetto ludico, ma non solo. Imparare la lingua inglese divertendosi, è una preziosità; una caratteristica importante per poter insegnare è il metodo giusto ma anche la pronuncia corretta per trasmettere la cultura, le abitudini; aspetti che possono far incuriosire, ma non sono sufficienti. Il docente deve poter capire l’italiano per gestire il gruppo con successo, anche se si esprimerà in inglese e i bambini saranno, comunque, stimolati a parlargli o a provare in inglese. Inoltre, grazie al gioco, i bambini e i ragazzi possono imparare tanti argomenti diversi, come le parti del corpo, i cibi e le bevande, ma anche le azioni e i tempi verbali. Imparare divertendosi, questo è uno dei principi cardine.
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